Come ogni anno settembre è il mese dei rientri: chi rientra al lavoro, chi ricomincia la scuola, le città si rianimano di gente dal volto abbronzato ma spesso scuro anche dal magone per le ferie appena concluse.
Il traffico torna quello di sempre, cioè caotico in quasi tutte le grandi città, tutto sembra come prima delle ferie appena trascorse; ma un settembre di una decina di anni fa mi accorsi che qualcosa nel panorama del caotico centro città era cambiato: erano spariti dopo un quarto di secolo e più di servizio i mitici vecchi autobusdella municipalizzata azienda trasporti AMT di Genova.
Sembrerà strano, ma ormai facevano parte integrante del panorama della città con la carrozzeria arancione e il tetto e i paraurti grigi, e quei cartelli col numero della linea così piccoli rispetto ai tabelloni digitali di oggi!
Tutti rigorosamente Fiat differivano per dimensioni, lunghezza e allestimento, spesso di carrozzerie esterne alla casa madre, tra i più diffusi ricordo i Fiat 418 AC e AL differivano per la lunghezzadi 10 e 11 metri, dal 1973 sono presenti oltre ache a Genova in altre grandi città come Roma, Napoli, Milano, nelle svariate carrozzerie, Cameri, Portesi, Pistoiesi, De Simon, Breda.
Erano mezzi molto comodi per l’epoca, con l’ampia piattaforma posteriore ormai sparita sui bus di nuova generazione, tre porte laterali e grossi finestroni che si aprono a scorrimento orizzontale per metà! A Genova erano impiegati nella maggior parte delle linee cittadine ad esempio sui 37, 47, 48, 82, 356, 80, 45, 33 ecc….
Per le tante strade collinari strette ed impervie che circondano le alture della nostra città c’era il simpatico Fiat-Menarini 409 del 1973, per anni in servizio sulle linee 39 e 40 e l’ancor più piccolo Fiat-Portesi 314 coevo per età e leader delle linee 84, 383 , 381 ecc..
Ma il re della flotta bus che dalla metà degli anni settanta ha scarrozzato intere generazioni fino al 2000 è il mitico Fiat-Cameri 421 AL.
Un bestione di 12 metri, leader delle linee 18, 19 e 20 caratterizzato dal frontale “cattivo” , dalle ruote enormi e da un personalissimo suono del motore e delle parti idrauliche.
La “naturale” scomparsa di questi bestioni del trasporto pubblico dopo molti anni e migliaia e migliaia di chilometri percorsi, ha permesso il naturale ricambio di un parco autobus probabilmente tra i più vecchi d’Italia, dopo di loro moderni e silenziosi mezzi anche con aria condizionata, display luminosi e voce che avvisa la fermata. Ma chi ha viaggiato a lungo sui bus “storici” non può non ricordare quanto spazio in più c’era a bordo, la panoramicità della piattaforma posteriore e i sorrisi che provocavano le varie targhette metalliche poste tra i finestrini con scritte del tipo: andare avanti!… vietato sputare!… e l’intramontabile : “non parlare al conducente“!