Ci sono prodotti Italiani immediatamente riconoscibili in ogni parte del mondo per la loro concezione tecnica e per il loro originale design: La Ferrari ne è il massimo esempio, così anche la Vespa Piaggio sulle strade dal ’46 e ancora venduta in diversi paesi del mondo.
Infine l’ultimo, il “brutto anatroccolo” della situazione: l’Ape, prodotto sempre della Piaggio. Commercializzato nel 1948 derivava direttamente dalla Vespa nata soli due anni prima, frutto della genialità del progettista aeronautico Corradino D’Ascanio e della lungimiranza di Enrico Piaggio.
Se la Vespa metteva in “moto” l’Italia del dopoguerra, l’Ape la faceva lavorare, in quanto mezzo insostituibile per le nascenti imprese commerciali delle città e altrettanto infaticabile compagno di lavoro per i piccoli artigiani e agricoltori delle campagne, che trovavano nel motocarro un mezzo pratico ed economico da mantenere.
Il primo Ape esteticamente altro non era che una vespa corredata di cassone (Ape A e B), motore di 125 cc, portata di 200Kg. e il classico fanale basso sul parafango come il più nobile scooter dal quale derivava.
Nel 1952 si arricchisce di un più potente motore di 150cc, nel ’54 la portata sale a 350 Kg. (Ape C), ma è nel ’56 che l’Ape assume la caratteristica forma che tutti conosciamo: nasce la versione cabinata. Dal ‘58 (Ape D) provvista di portiere, si può anche scegliere tra il cassonato e la versione furgonata, la cilindrata sale a 170cc. e il faro si sposta dal parafango al centro del frontale.
Durante gli anni sessanta l’Ape avrà la sua massima diffusione, cavalcherà anche lui l’onda del “boom economico”, essendone in parte artefice come mezzo da lavoro. Il simpatico motocarro subirà in quel decennio una rapida evoluzione nello stile, come nell’offerta sempre più ampia di versioni; le forme diventano un po’ meno tondeggianti come il gusto del momento impone, favorendo anche un consistente aumento dell’ abitabilità.
Nel 1961 nasce il Pentarò, un Ape con cinque ruote, in pratica un motocarro con rimorchio. Altro modello particolare era il vacanziero “Calessino” un Ape adibito al trasporto di persone, diffuso nelle località balneari più prestigiose della penisola. Nel 1966 debutta l’Ape Mp con cabina più spaziosa e confortevole e motore di 190cc, nel ’68 col modello MPV debutta il volante in opzione al classico manubrio e nel 1969 viene presentato l’Ape 50, il più piccolo ed economico della gamma col suo motore di soli 50cc.
Nel 1971 è il momento dell’ ApeCar , molto spazioso e confortevole, con cabina automobilistica dotata di volante, pedali per freni e frizione e sedili sdoppiati. Il design è modernissimo, realizzato su una scocca portante ha la cabina che si prolunga fino ad incorporare la ruota anteriore; sparisce così un altro elemento derivato Vespa: il parafango. Lateralmente la linea si raccorda con le sponde del cassone, monta un motore di 220cc. e la portata è di 600Kg.
Negli anni ottanta, nel pieno del successo dell’Italian Style, l’Ape è ormai un affermato e insostituibile mezzo di trasporto conosciuto in tutto il mondo. Nel 1982 esce un nuovo modello, l’Ape TM, disegnato da una delle più grandi firme del design italiano: Giorgetto Giugiaro. L’aspetto è modernissimo, compatto e squadrato, con luci e ripetitori laterali di aspetto automobilistico incastonati in una finta mascherina di plastica grigia. Nel 1984 nasce l’ApeCar Diesel, il più piccolo motore a gasolio del mondo: solo 422cc.
Due anni dopo è la volta dell’ApeCar Max, con portata massima di 900Kg. Nell’87 anche l’Ape TM è disponibile con propulsore a gasolio. Nel 1990 per la prima volta viene “tradita” la soluzione delle tre ruote simbolo assoluto del motocarro: nasce infatti l’Ape Poker, dotato di quattro ruote con carrozzeria derivata dall’ApeCar.
Nel ’94 l’Ape 50 viene offerto anche nella versione giovanile “Cross” dotata di colori esclusivi, di “Roll-bar” e con la predisposizione per alcuni accessori come l’autoradio.
Dal 1996 l’Ape 50 viene presentato nella versione “Europa” un sostanzioso restyling della carrozzeria con la presenza di due proiettori all’anteriore e di luci più grandi al retrotreno inserite in un telaietto.
Il fenomeno Ape dopo quasi due milioni di esemplari prodotti solo in Europa, arriva così ai giorni nostri, inconfondibile all’orecchio con quel suo ronzio monotono e simpatico al tempo stesso, poco gradito quando siamo in auto e ci capita davanti in una stradina di campagna.
Tuttavia resta un successo a livello internazionale, da anni infatti viene prodotto su licenza in molti paesi dell’Asia come l’India, la Cina o l’Indonesia, dove il mezzo non solo svolge funzioni commerciali ma è utilizzato anche per il trasporto persone come taxi o in sostituzione dei vecchi risciò.
Attualmente in Italia la gamma è composta da quattro modelli: l’intramontabile Ape 50, anche nella sua variante “Cross”, l’ancora attualissimo Ape TM e un modello chiamato Ape Classic molto simile al modello MP/MPV degli anni 60/70, non a caso proposto in un unico colore denominato “verde vintage”.
Nel 2007 rinasce il mitico Ape Calessino, realizzato in soli 999 esemplari: è un fedele rifacimento del motocarro a 4 posti degli anni sessanta, con tanto di capottina in tela, finiture in legno e cromature varie; un vero e proprio pezzo da collezione per molti appassionati.
Quest’ultimo modello è la testimonianza di come un’idea geniale nata settanta anni or sono, forte di un design esclusivo e inconfondibile, sia capace ancora di attrarre il pubblico di mezzo mondo, venendo in contro alle esigenze di un vasto pubblico, tanto oggi come ieri.