Qualche anno fa i media hanno parlato molto della Fiat, del suo nuovo piano di rilancio, delle fabbriche, degli operai, figure che sembravano scomparse dal panorama mediatico e che invece sono tornate centrali rispetto ad un tema quello del lavoro sempre più in crisi e di attualità.
In quel periodo si è parlato molto anche di nuovi modelli che la Fiat avrebbe avuto in cantiere, e che avrebbero dovuto rinfrescare una gamma un po’ vecchiotta e non molto competitiva: autovetture che si sperava rinnovassero il successo di alcuni modelli che hanno fatto la storia della Fiat ma anche del nostro paese.
Nel 1971 la Fiat si apprestava a lanciare un modello di grande successo in Italia ma anche in Europa: la 127.
Dopo più di quindici anni di utilitarie a motore e trazione posteriore ( 600, 500 e 850 ) la nuova nata vanta una tecnica modernissima con motore e trazione anteriore, uno spazio interno incredibile rispetto alle dimensioni esterne e prestazioni uniche nel panorama delle vetture con meno di un litro di cilindrata!
Inoltre l’utilitaria ha una linea molto moderna ed equilibrata, disegnata da Pio Manzù, figlio del celebre scultore Giacomo Manzù, in collaborazione con Rodolfo Bonetto.
La vettura appare compatta ma slanciata con superfici lisce e bene raccordate tra loro, un piccolo capolavoro di design, che purtroppo il suo designer non riuscirà mai a vedere su strada; Manzù muore in un incidente stradale mentre da Milano si reca a Torino proprio il giorno dell’approvazione definitiva del prototipo.
Lunga 3,60 larga 1,53 e alta 1,37 la 127 è l’utilitaria che sostituisce la ormai obsoleta 850 derivata dalla mitica 600, monta un 4 cilindri di 903 c.c lo stesso della 850 Sport Coupè depotenziato però da 52 a 47 cv, ha lo sterzo a cremagliera e monta i freni a disco all’avantreno.
Per le sue caratteristiche tecniche di avanguardia e per la sua linea moderna vince l’ambito premio di Auto dell’anno nel 1972, anno in cui viene presentata la versione con portellone posteriore, più pratica e moderna; per molti anni la piccola vettura sarà l’auto più venduta in Italia, e lo sarà anche in Europa per quattro anni dal 1973 al 1977.
Prodotta in 4 serie principali, la seconda serie è del 1977, con linea rivista e una gamma assai più articolata con due motorizzazioni (si aggiunge il 1050 da 50 cv.); la terza serie è del 1981, con linea rivisitata ulteriormente e l’adozione di parecchi elementi plastici che vanno ad appesantirne un po’ la carrozzeria. La quarta serie è del 1983, anno in cui debutta la Uno e la 127 viene offerta in una versione unificata derivata dalla 127 costruita in Brasile: con questo modello e la sua variante giardinetta denominata “Panorama” la 127 arriva fino al 1987 anno in cui termina la commercializzazione in Italia dopo 5 milioni di esemplari prodotti.
Questa automobile molto popolare per i suoi costi di gestione contenuti e per la sua versatilità ha avuto una diffusione enorme in Italia durante tutti gli anni settanta diventandone in parte un icona insieme con la “sorella” maggiore 128; ancora oggi nei documenti filmati dell’epoca la 127 è sempre di sfondo nelle vicende molto spesso drammatiche di quegli anni difficili, anni tragici per alcune vicende ancora oggi non chiarite, ma anche anni di grandi conquiste sociali per molti lavoratori e molte famiglie che con la 127 andavano spesso anche in vacanza, in quattro più i bagagli, e non avvertivano per niente il bisogno del monovolume!