E’ tempo d’Estate, le giornate si fanno lunghe e tiepide ed è naturale che si abbia sempre più voglia di stare fuori a godersi l’aria aperta, se poi l’aria è anche pulita tanto meglio!
Un contributo lo possiamo dare anche noi, lasciando a casa quando si può l’auto o la moto e rispolverando la cara vecchia bicicletta.
Mezzo di sicure origini antiche, alcuni studiosi ne hanno attribuito l’invenzione addirittura a Leonardo Da Vinci, pare infatti che in uno dei suoi tanti disegni-studio compaia quello che sembrerebbe essere il prototipo della futura bicicletta.
Ma i più tanti fanno risalire la geniale invenzione al 1817 per merito del genio di un barone tedesco di nome Karl Von Drais, che per primo ne costruì un esemplare funzionante che verrà poi chiamato appunto “Draisina”.
Da allora ad oggi ne hanno fatta di strada gli antichi “velocipedi” ( così venivano chiamate le prime biciclette ) da primo mezzo di locomozione per il popolo a sogno proibito per moltissimi appassionati di ciclismo disposti a sborsare migliaia di euro per biciclette ultratecnologiche che costano come motociclette!
Biciclette come simboli di epoche, dalle funamboliche bici con la ruotona anteriore tipiche delle ottocentesche foto seppiate, all’Italia del dopoguerra unita più dalla passione popolare per corridori come Coppi e Bartali che dalla politica, allo sterminato popolo cinese che la rivoluzione maoista aveva messo in sella!
Fino alla nostra “Italietta” degli anni del boom, che sognava la Vespa o la 600 ma che soprattutto nei centri piccoli della provincia come la bassa padana vedeva nella bici un mezzo insostituibile, vera icona di una cultura popolare e contadina della quale andare fieri.
Negli anni duri della crisi energetica e della contestazione sociale, gli anni settanta, la bici vive a livello nazionale e per di più nelle grandi città una seconda giovinezza!
Con il prezzo della benzina alle stelle e con i livelli di smog altissimi, le famose domeniche senza auto vedono le bici di nuovo padrone della strada dopo un decennio dominato dalla corsa all’automobile.
Di larga diffusione in quegli anni le bici “Graziella” caratterizzate dal telaio pieghevole al centro, e per i ragazzi le sportive “Cross” con sellino lungo e alto “Roll Bar” posteriore.
Gli anni ottanta vedono la bicicletta regina del tempo libero, nascono a riguardo molte varianti del vivere la bici, non più solo come mezzo di locomozione a costo zero, ma bensì sport di gruppo con precise caratteristiche ed anche come fenomeno di moda e costume, sono gli anni delle BMX e delle Mountan Bike.
Gli anni novanta caratterizzati da un nuovo sentimento ecologista, consacrano la bici come il mezzo di trasposto più verde, in attesa dell’auto elettrica!
L’ultimo decennio infine prosegue nella consapevolezza che lo sviluppo sostenibile passa anche attraverso i nostri comportamenti: utilizzare quando è possibile la bicicletta è un modo intelligente e salutare di spostarsi, risparmiando risorse, inquinando di meno e preservando il paesaggio che ci circonda.
Iniziative pubbliche dei comuni promuovono spesso giornate dedicate allo spostamento in bici, peccato che molto ci sia da fare in infrastrutture volte a incentivare l’uso delle due ruote e propulsione umana, c’è da augurarsi che questo sarà il futuro insieme alla diffusione di auto elettriche ed ibride.